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Eventi


Sabato 12 Aprile 2014
alle ore 18:00

Pietro Barni

presenta il libro di Luca Bracali
A rose is a rose is a rose
Rose Barni dal 1882

Interviene Giuseppe Busnardo

La presentazione è stata organizzato nell'ambito degli incontri del programma "Di Rara Pianta"

Il titolo del volume si ispira alla famosa frase scritta da Gertrude Stein nel 1913: A rose is a rose is a rose… una meraviglia della natura che non sopporta aggettivi che la limitino. Un grande onore e pregio delle Rose Barni, la celebre famiglia di coltivatori e di ibridatori di piante di rose da quattro generazioni. Questo libro è soprattutto un racconto per immagini con cui, grazie al sapiente uso dell’obiettivo, Luca Bracali mostra l’esperienza sul campo per ottenere nuove rose: un lungo e difficile percorso che alterna momenti di sorpresa, nell’ottenimento di un risultato mai aspettato, a momenti di delusione.
I Barni sono nati come vivaisti tradizionali nel 1882, quando Vittorio Tommaso Barni iniziò la vendita di ortaggi, viti e piante di acero utilizzati come sostegni nei vigneti, nonché la produzione di piante ornamentali che venivano collocate nei più importanti giardini della nobiltà fiorentina. A partire dal 1935, le sanzioni contro l’Italia proibirono l’importazione di piante provenienti dal Belgio e dalla Francia, tradizionali paesi produttori: così, Pietro e suo figlio Vittorio si dedicarono alla coltivazione della Rosa in proprio, facendola diventare gradualmente la produzione principale e trasformando la ragione sociale della ditta in ROSE BARNI. Spinto da una grande attrazione verso la Rosa, pianta di rapida coltivazione, che poteva risollevare il vivaio a seguito della Prima Guerra Mondiale, Vittorio Barni espanse a lungo le sue conoscenze nel settore e strinse amicizia in particolare con Domenico Aicardi, grande ricercatore e ibridatore sanremese, che gli trasmise, oltre alla passione per questa pianta, tutta le sua esperienza per coltivarla al meglio. Proprio in quegli anni, la famiglia Meilland in Francia iniziava a portare avanti un programma di ibridazione per nuove rose; dall’incontro fra Francis Meilland e Vittorio Barni nel 1939 nacque l’idea di costituire la Universal Rose Selection, un’organizzazione con lo scopo di diffondere l'amore per le rose in tutto il mondo. La Seconda Guerra Mondiale impedì in un primo tempo i contatti, ma anche durante le ostilità, Vittorio Barni riuscì a ricevere attraverso un tenente dell’esercito una fornitura del primo catalogo a colori, stampato in collaborazione con l’amico francese, che ebbe un successo incredibile, al termine della guerra. Per tutto il ventennio successivo, le rose di Vittorio Barni conobbero un successo strepitoso e furono acquistati terreni in provincia di Imperia, Pisa e Grosseto. Fu anche messa a punto la coltivazione e la vendita di piante da fiore reciso e di rose recise, in seguito abbandonata per la grande concorrenza dei paesi emergenti. Nel 1954 il vivaio si espanse, acquistando nuove terre in Pistoia e la sede principale divenne quella attuale, parallela alla strada che sarebbe diventata la futura autostrada. Sul finire degli anni Sessanta, i Barni cominciarono a effettuare loro stessi ricerca, elaborando un programma di ibridazione sempre più intenso e accurato e riuscendo a conseguire premi prestigiosi e ambiti nei più importanti Concorsi Nazionali e Internazionali per Nuove Rose. La messa a punto di tecniche colturali all’avanguardia e l’utilizzo di personale specializzato permisero di diventare a tutti gli effetti produttori e ricercatori in proprio. E’ un grande onore per Rose Barni aver dedicato rose a personaggi assai famosi e importanti e aver conosciuto grandi personalità della storia. Tuttora alcune varietà di Barni portano nomi celebri e rinomati in tutto il mondo. Ad oggi, tutta la famiglia porta avanti la tradizione, aggiungendo ad un grosso bagaglio di esperienza l’acquisizione di tecniche innovative e di un alto grado di specializzazione. Dopo la scomparsa di Vittorio Barni, i due figli Pietro ed Enrico collaborano nella conduzione dell’azienda: il primo si occupa delle relazioni con il pubblico e della parte promozionale, l’altro è addetto alla produzione e sopraintende ai lavori del vivaio. Sul finire degli anni ’90, anche i rispettivi figli sono entrati a far parte dell’azienda: Vittorio affianca il padre nella gestione della Clientela, Beatrice è impegnata nel settore della ricerca e si dedica al programma di ibridazione per l’ottenimento di nuove varietà. Grazie alla sua impostazione di azienda a conduzione familiare, Rose Barni si impegna da sempre a garantire un contatto diretto con il Cliente e a realizzare le Sue aspettative nel migliore dei modi, avendo come obiettivo primario la Sua completa soddisfazione per il servizio ricevuto.

Luca Bracali scopre giovanissimo la sua passione per la fotografia e comincia a scattare spinto dalla volontà di soddisfare e dar forma al suo principale interesse: il viaggio. Amante dell’avventura e di tutto ciò che riguarda la natura ed i suoi aspetti più selvaggi ed affascinanti, Bracali in oltre vent’anni ha compiuto più volte il giro del mondo. É la macchina fotografica che lo accompagna nelle sue imprese e in alcune spedizioni emozionanti ed estreme: dalle aride steppe della Mongolia si spinge fino alle isole Svalbard, dal delta dell’Okavango arriva fino allo Yukon, dalle San Blass passa all’Antartide. Ha visitato tutti i continenti e lo ha fatto con ogni mezzo possibile, compresi bici, mongolfiera, sci e cani da slitta. Autore di innumerevoli servizi su testate di viaggi, turismo e cultura, nel 1995 Bracali si aggiudica il Fujifilm Euro Press Photo World Awards ed espone in una collettiva di Canon nelle principali città italiane. Ad oggi sono 130 i paesi immortalati nei suoi scatti ed anche le regioni polari non sono sfuggite al suo obbiettivo. Bracali ha dedicato, inoltre, moltissima attenzione alle problematiche ecologiche riguardanti le zone del circolo polare artico entrando a far parte, come contributor, dell’Apecs (Association Polar Early Career Scientist) – l’associazione italiana che riunisce giovani scienziati ed esperti della zona artica. Nel 2005 esce il suo primo libro, “Storia illustrata di Pistoia”, un excursus fotografico attraverso la storia di una delle più antiche sedi vescovili del territorio toscano. Dall’esperienza dei suoi primi anni di viaggio e di lavoro nasce la pubblicazione “I Colori Del Viaggio”.  Uscito nel 2006, è stato recensito da National Geographic e premiato l’anno successivo al concorso internazionale “Orvieto Fotografia”. Per testimoniare i mutamenti climatici e ambientali del nostro pianeta, nel 2008 Bracali realizza “Artic Sun On My Path”: un viaggio attraverso Canada e Alaska sulle tracce degli orsi polari e degli ultimi inuit. Un’impresa umana, mediatica e tecnologica, seguita in diretta satellitare dal sistema di geoposizionamento Iridium/Geomat su mappatura Google. La sua avventura ha destato l’interesse dei quotidiani nazionali ed è stata seguita in diretta satellitare da vari network radiofonici italiani e raccontata in studio al Tg2 Rai. Nel dicembre dello stesso anno, esce la prima edizione del volume “SOS Pianeta Terra”, ediz. Electa Mondadori, un viaggio alla scoperta del nostro pianeta, delle sue bellezze e delle sue problematiche, un punto di partenza per una riflessione ed un’indagine sui temi dell’ecologia e della salvaguardia ambientale. Sono molti anni infatti che Bracali, non solo come fotografo ma anche come appassionato, sostiene con il suo lavoro la divulgazione e la comunicazione sulle tematiche polari ed anche per questo è stato scelto come testimonial per i marchi Canon, Columbia, Sorel, Suunto e Mercedes-Benz. La sfida più dura la compie nell’Aprile 2009 affrontando 80 chilometri di trekking sciistico al Polo Nord: otto giorni in totale autosufficienza alimentare e logistica a temperature costanti di meno 50°C. In quell’occasione Bracali giunge fino alla base russa di Barneo dove incontra il team di oceanografi e glaciologi capitanati dallo scienziato ed esploratore Victor Boyarsky. Ad ottobre 2009, con il supporto tecnico di Canon, parte la sua prima scuola itinerante di travel photo workshop nei luoghi più affascinanti del nostro pianeta. Il 2010 segna invece il passaggio di Bracali nel mondo dell’arte e alcune sue opere vengono esposte in musei e gallerie d’arte di Fabriano, Pietrasanta, Roma Sofia e New York. Viene rappresentato in Italia dalla casa d'arte Artribù e all' estero da Agora art gallery. Il 2011 per Bracali rappresenta senza dubbio un anno particolarmente importante di crescita e di affermazione dal punto di vista professionale. A febbraio debutta come conduttore televisivo nella trasmissione Fuoriporta, un programma di viaggi e avventura in onda sul canale 237 di Sky e diventa docente di fotografia per conto di Canon. A fine dello stesso mese sarà fra i primissimi al mondo ad accedere all’interno del Global Seed Vault, nelle isole Svalbard. Con l’occasione nascono alcune collaborazioni con Rai 2 ed in particolare con il Tg2 e Tg2 Storie che gli dedicheranno alcuni servizi soprattutto incentrati sulle sue esplorazioni artiche. A maggio ottiene due importanti riconoscimenti al Glanzlichter, uno dei più noti concorsi internazionali di fotografia, con un primo posto di categoria ed una menzione speciale. Intanto prosegue anche l’attività di artista con l’esposizione in due mostre: alla prima biennale di Montone (PG) e in una personale in piazza Nettuno a Bologna. A settembre Bracali dà vita ad un progetto denominato Planet Explorer Iceland, creando una nuova forma di comunicazione mediatica attraverso il web con un live-tour narrato per immagini foto e video fra le meraviglie naturali islandesi. A novembre firma un contratto come regista di Rai 1 nel programma televisivo Easy Driver che verrà riconfermato anche per l'anno successivo. Il 2012 vede l'impegno di Bracali come regista di "Un giro per la vita", il primo eco-tour realizzato per conto di Porsche, con una vettura ibrida, lungo le coste della penisola italiana. Due esposizioni alla National Art Academy di Kiev (in concomitanza agli europei calcio) e al museo Etnografico di Lviv lanciano la mostra "Ecosistemi", gestita e patrocinata dall'Ambasciata Italiana, come un progetto itinerante in Ucraina. A marzo e a novembre Bracali organizza due spedizioni in artico per documentare il fenomeno delle aurore boreali, in un anno particolarmente intenso per la forte attività solare. Ad ottobre sarà protagonista e regista di Planet Explorer 2 South Africa, contrapponendo ai grandi paesaggi, le crude realtà sociali di questo paese. Sempre nello stesso mese un suo reportage esclusivo, sul restauro dei Moai nell'isola di Pasqua, viene pubblicato su National Geographic. A fine novembre firma la copertina dell'ultimo lavoro discografico di Francesco Guccini, l'Ultima Thule, con l'immagine di un veliero fra i ghiacciai delle Svalbard. A dicembre Bracali, per il suo lavoro, viene insignito dal comune di Camaiore del titolo onorifico di "Ambasciatore di Camaiore nel mondo".



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