Ubi Sapientia est, Pax et Iustitia regnant

Le vittorie imperfette
Autore: Emiliano Poddi
Editore: Feltrinelli
Argomento: Lettori curiosi
Prezzo: € 17,00

Non avrei mai pensato che mi sarei messa a leggere un libro sul basket. Il fatto è che questo non è propriamente un libro di basket, è innanzitutto la storia di un ragazzo che ha un sogno: vincere la medaglia d'oro alle Olimpiadi. L'ho trovato un romanzo appassionante e molto onesto. Mi ha aperto alcune finestre su storie che non conoscevo nemmeno, e l'ha fatto con competenza e garbo, senza mai perdere il gusto della narrazione. Chiara Pasin

Alle Olimpiadi di Monaco 1972, oltre alla tragedia di Settembre Nero, con l'attacco terroristico ai danni degli atleti israeliani, si è consumata, pochi giorni dopo, anche una tragedia sportiva. La finale di basket tra USA e URSS viene spesso descritta come drammatica, storica, tragica. Una partita avulsa dalla realtà, in piena guerra fredda. Emiliano Poddi ha scritto un libro bellissimo, che ha questa partita come focus, ma che parla di molto altro; di pallacanestro sì, delle vite di Belov e Joyce, protagonisti di quel match, ma anche di vicende personali. Un romanzo da leggere assolutamente, che siate appassionati di pallacanestro o  che lo associate solamente al fare canestro nel cestino dei rifiuti al lavoro. Francesco Nicolli


Saša Belov e Kevin Joyce. Due ragazzi all’inseguimento di un sogno: vincere la medaglia d’oro del basket alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Uno si è allenato all’ombra della colossale statua della Grande Madre Russia a Stalingrado, l’altro sui campetti di cemento tra i grattacieli di New York. Due squadre. Due mondi contrapposti. Due culture. Quando arrivano allo scontro conclusivo, Usa-Urss non sarà solo una partita memorabile, sarà per sempre legata ai tre secondi più leggendari, contraddittori e ingarbugliati della storia dello sport.
Ma Monaco ’72 è anche la scena di una strage spaventosa: undici atleti israeliani cadono sotto l’attacco terroristico di Settembre Nero. Un lutto che dev’essere riassorbito in fretta, proprio per fare spazio alla sfida tra le due superpotenze.
Molti anni dopo, inchiodato davanti alla replica notturna di quei quaranta minuti, inghiottito dal rivoltarsi continuo dei vinti in vincitori e dei vincitori in vinti, il narratore viene sbalzato in un mondo che non esiste più, riportato alle estati della sua infanzia nel campetto di pallacanestro di Cisternino, quando sognava di salire un giorno sul podio olimpico. Insieme a lui, stiamo con Kevin Joyce e Saša Belov in una partita che incolla alla pagina fino a quei controversi tre secondi finali.
E seguiamo Kevin e Sašha anche negli anni a venire, li vediamo portarsi addosso il peso di essere diventati simboli, l’uno di una sconfitta impossibile da accettare, l’altro di una vittoria da scontare come una condanna. Schegge di un tempo “onnipresente e scaduto” che ha lasciato, insieme a un mucchio di macerie e di sogni spezzati, il segno di una eterna vittoria imperfetta, imperfetta come la vita, come la storia, come tutte le storie di chi ha molto desiderato.
Emiliano Poddi scrive, con impeccabile senso del ritmo e con una sorprendente adesione umana alle cose della vita, un romanzo che alterna epica e racconto intimista, spionaggio, tragedia e spigliata commedia d’amore. Un romanzo in cui il palleggio risuona “come il battito del cuore”.

“I due numeri 14 di Usa e Urss si trovano uno di fronte all’altro, poco distanti tra loro ma separati dalla riga di fondo campo. Una specie di confine geografico, la linea di demarcazione tra felicità e infelicità.”


Emiliano Poddi è nato a Brindisi nel 1975. Autore teatrale e radiofonico, ha scritto i romanzi Tre volte invano (selezione Premio Strega), Alborán e, per Feltrinelli, Le vittorie imperfette (2016). Insegna alla scuola Holden di Torino.


 

P.IVA 01640430243