Eric-Emmanuel Schmitt presenta il suo libro "La sfida di Gerusalemme. Un viaggio in Terra Santa", Edizioni e/o e Libreria Editrice Vaticana.
Dialoga con l'autore Riccardo Poletto.
In un primo momento Schmitt è perplesso quando gli propongono un pellegrinaggio in Terra santa. È diffidente nei confronti dei riti e degli spostamenti di massa. La sua fede, scoperta con la rivelazione raccontata in La notte di fuoco, è di natura più intima, più privata. Ma Schmitt è uno scrittore molto stimato nella Santa Sede, e la proposta del Vaticano stimola la sua vena narrativa: partecipare al pellegrinaggio e raccontarlo in un libro è una sfida alla quale non sa sottrarsi. La sfida di Gerusalemme non è un romanzo. Volendo assegnargli un’etichetta si potrebbe dire che è un racconto di viaggio, ma in realtà è molto di più. È un viaggio, sì, ma è l’occasione per fare un viaggio dentro la religione, per capire la pienezza di riti che apparentemente sembrano vuoti, per spogliarsi dei preconcetti della “civiltà” e guardare a se stessi e agli altri con umiltà. È anche una visione equanime e lucida della difficile situazione di Israele, da settant’anni terra di conflitto tra due popoli incompatibili che su quella terra hanno gli stessi diritti. Il tutto, raccontato con profondità, ironia e con l’inimitabile verve di Éric-Emmanuel Schmitt, lo rende una lettura imperdibile per credenti e non credenti.
Eric-Emmanuel Schmitt, membro dell’Académie Goncourt, è nato a Sainte-Foy-lès-Lyon nel 1960. È un drammaturgo, scrittore, saggista, traduttore, regista e sceneggiatore francese naturalizzato belga, tra gli autori teatrali più rappresentati sui palcoscenici d’Europa. Tradotto in molti paesi, le Edizioni E/O hanno pubblicato in Italia i suoi numerosissimi romanzi, tra cui l’ultimo nel 2022, L’uomo che guardava attraverso i volti, Piccoli crimini coniugali, La notte di fuoco, Oscar e la dama rosa, Odette Toulemonde e Monsieur Ibrahim e i fiori del corano, da cui sono stati tratti dei film.