Ubi Sapientia est, Pax et Iustitia regnant

Giovedì 25 aprile 2024, in occasione della Festa della Liberazione, la libreria sarà chiusa.
La morte del padre
Autore: Karl Ove Knausgard
Editore: Feltrinelli
Argomento: Lettori curiosi
Prezzo: € 20,00

“Intenso e vitale. Sempre avvincente. Superbo.” James Wood, The New Yorker

“Quando si sa troppo poco, è come se questo poco non esistesse, ma anche quando si sa troppo, è come se questo troppo non ci fosse. Scrivere significa portare alla luce l’esistente facendolo emergere dalle ombre di ciò che sappiamo. La scrittura è questo. Non quello che vi succede, non gli avvenimenti che vi si svolgono, ma lì, in se stessa. Lì, risiede il luogo e l’obiettivo dello scrivere.
Ma come si arriva a questo lì? Era questa la domanda che mi ponevo mentre seduto su una panchina di quel quartiere di Stoccolma bevevo caffè e i muscoli si stavano rattrappendo dal freddo e il fumo della sigaretta si dissolveva in quell’enorme spazio fatto d’aria che mi sovrastava.
Per molti anni avevo cercato di scrivere di mio padre, ma senza riuscirci, sicuramente perché tutto questo era troppo vicino alla mia vita e quindi non era facile costringerlo in un’altra forma, che invece costituisce il presupposto base della letteratura. È la sua unica legge: tutto deve piegarsi alla forma. Se qualcuno degli altri elementi letterari è più forte della forma, per esempio lo stile, l’intreccio e il tema, scavalca l’importanza della forma, il risultato sarà debole. Ecco perché gli scrittori che posseggono uno stile marcato scrivono spesso libri deboli. Ecco perché quegli autori che si occupano di argomenti e temi forti scrivono libri deboli. La potenza insita nel tema e nello stile deve essere spezzata affinché possa nascere la letteratura. È questa demolizione che viene definita ‘scrivere’. Lo scrivere riguarda più il distruggere che il creare.”

Karl Ove Knausgård


Karl Ove Knausgård è nato a Oslo nel 1968. Ha studiato letteratura all’Università di Bergen e vive a Malmö, in Svezia. Per il suo primo romanzo Ute av verden (1991) è stato insignito del Norwegian Critics Prize for Literature, primo caso di assegnazione del premio a un debuttante. Il secondo romanzo, En tid for alt, ha vinto molti premi ed è stato giudicato tra i migliori 25 romanzi norvegesi di tutti i tempi. Ma se i primi due romanzi sono stati solo molto ben accolti dalla critica e dai lettori norvegesi, è con la pubblicazione del suo capolavoro, i sei volumi intitolati La mia battaglia, più di 3500 pagine autobiografiche, e con le traduzioni che sono seguite, che Karl Ove Knausgård raggiunge l’immortalità letteraria, diventando uno dei più grandi scrittori viventi. La morte del padre (Feltrinelli, 2014), il primo volume della serie, si è aggiudicato il prestigioso Brage Award in Norvegia.


 

P.IVA 01640430243