Ubi Sapientia est, Pax et Iustitia regnant

Kampuchea
Autore: Patrick Deville
Editore: Nottetempo
Argomento: Lettori curiosi
Prezzo: € 17,00
Questo è un libro che esalta le vette più alte della storia, ma che colpisce con le più terribili vicende dell’umanità! Ad ogni pagina si resta affascinati da civiltà sepolte, esploratori coraggiosi, scrittori indimenticabili, ma nella stessa pagina emergono torture, massacri, dittature sanguinarie in un vorticoso alternarsi che lascia storditi ma che suscita mille interrogativi e non può lasciare indifferenti. Vittorio Campana

L’esploratore Henri Mouhot, col retino in mano, insegue una farfalla, mette un piede in fallo e sbatte la testa. Si riprende, alza lo sguardo, e resta stupito di fronte alla rivelazione dei templi dimenticati di Angkor Wat. Circa un secolo e mezzo dopo, in Thailandia imperversa la rivoluzione delle Camicie Rosse, e in Cambogia viene processato Duch, direttore dell’s-21, luogo di tortura dei Khmer rossi. Dal francese Mouhot a Pol Pot, che imparò il comunismo a Parigi, da Bangkok al confine cinese, Patrick Deville racconta la Cambogia e l’“Indocina” intera, il dramma e la bellezza, tra re e contadini, truppe coloniali e rivoluzionari comunisti. Come Conrad e Coppola prima di lui, Deville s’addentra nel cuore di tenebra, risale il fiume della storia, qui il Mekong, alla ricerca della verità nelle vicende umane.
Patrick Deville (Saint-Brévin, 1957) è direttore della Maison des Écrivains Étrangers et des Traducteurs (meet), e nel 2021 è stato insignito del Gran Premio di letteratura dall’Académie française. Grande viaggiatore e spirito cosmopolita, ha reinventato la letteratura di viaggio e il romanzo storico. Dei suoi libri, tradotti in più di dieci lingue, in Italia sono stati pubblicati Il cannocchiale(Einaudi, 1989), Equatoria (Galaad, 2013) e Peste & Colera (e/o, 2020), con il quale nel 2012 ha vinto il Premio Femina, il Premio Fnac ed è stato finalista al Premio Goncourt.
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